lunedì 9 settembre 2013

L'Occhio di - Ruth Bernhard

Ruth Bernhard nasce a Berlino nel 1905. Il padre, Emil Kahn, noto con lo pseudonimo di Lucian Bernhard , fu uno dei più importanti graphic designer tedeschi della prima metà del Novecento.
Ruth, dunque, seguendo le orme del padre, studia presso l’ Accademia d’Arte di Berlino negli anni tra il 1925 e il 1927, poi si trasferisce a New York, città in cui vivrà e svolgerà la sua carriera artistica, iniziando dapprima a lavorare come assistente,  presso il “Delineator”, uno dei principali fashion-magazine, destinato ad un pubblico prevalentemente femminile. Con i primi guadagni acquista una macchina fotografica e decide di  tentare la strada delle libera professione, scelta piuttosto difficile per una donna dell’epoca. Difficile era anche la scelta, di carattere personale, di manifestare apertamente la propria omosessualità, tema che traspose anche nella famosa immagine intitolata “Two Forms”, che ha per soggetto due modelle, amanti anche nella vita. Tra i numerosi scatti di Ruth Bernhard considerati dei capolavori, oltre al già citato Two Forms, si ricordano in particolare Box, Horizontal, che nel 2008 è stato battuto all’asta a New York per ben 31.000 dollari, ed Embryo , uno dei primi nudi della fotografa originaria di Berlino, oggi conservato al MoMA di New York.  Box è considerato il suo capolavoro: è  l'immagine di una donna nuda dentro una scatola, premonitrice metafora del consumismo conformista che avrebbe negli anni successivi       commercializzato tutto, anche il corpo femminile. Ruth Bernhard è considerata, sul piano estetico, una maestra del nudo fotografico in bianco e nero, alla quale si sono rifatti, più o meno esplicitamente, tutti i grandi fotografi d'arte del Novecento. Ruth lavorò quasi esclusivamente in bianco e nero, che le permise di esaltare i giochi di ombra e luce sulla nudità dei corpi.Oggi, nel momento in cui la figura femminile nuda è stata volgarmente sfruttata, banalizzata e vilipesa dal consumismo pubblicitario, l’esempio dei ritratti della fotografa tedesca vale a ricordarci che il corpo femminile nudo, che rappresenta una delle manifestazioni più alte della bellezza esistenti in natura, va rappresentato accostandosi ad esso con rispetto, cercando di rappresentare anche l'alone di mistero che da sempre lo accompagna e che lo rende così suggestivo. 
Disse in un'intervista:

 “Ogni volta che realizzo una fotografia celebro la vita che amo e la bellezza
che conosco e la felicità che ho provato. Tutte le mie fotografie rispondono
alla mia intuizione…Dopo così tanti anni, sono ancora motivata dallo splendore
che la luce crea nel trasformare un oggetto in qualcosa di magico. Ciò che gli
occhi vedono è un’illusione del reale. L’immagine in bianco e nero è ancora
un’altra trasformazione. Ciò che davvero esiste, non potremo saperlo mai”.