martedì 26 novembre 2013

L'Occhi di - Arno Rafael Minkinnen

Arno Rafael Minkinnen è un fotografo finlandese che dal 1971 si occupa di autoritratto in sintonia con il mondo. Corpi nudi immersi nel paesaggio naturale o urbano e immortalati come se fossero una sua naturale estensione: questo è il principio base dei suoi bellissimi scatti . Si tratta di  immagini davvero poetiche, ottenute senza alcun tipo di manipolazione e presentare con un bianco e nero davvero molto raffinato. L’originalità e l’intensità dei suoi lavori, lo portano ad essere uno degli autori più significativi nel panorama dell’autoritratto fotografico. La ricerca del se è fortemente influenzata dalla sua terra di origine, fatta di luci , laghi e paesaggi sconfinati. Vediamo quindi, le radici come punto di partenza e d’arrivo, nella ricerca del proprio essere in un viaggio che dà vita a immagini spettacolari e di grande impatto visivo. In queste fotografie surreali i dettagli e le parti del corpo si fondono con il resto diventando altro, Minkinnen diventa fiume, mare, roccia, legno, città, neve, sole, orizzonte.  Interessante è come riesca a rendere bene la tensione del corpo nella sua trasformazione semplicemente con inquadrature e  pose che annullano il concetto di essere umano che  sovrasta la natura, riportandolo ad un’armonia perfetta, quasi utopica, con l’universo. 









giovedì 31 ottobre 2013

L'Occhio di - Pierre Carreau

Pierre Carreau è un fotografo francese nato nel 1972 a Parigi. La sua è una famiglia di artisti fatta di fotografi, pittori e scultori che da subito influenza positivamente la creatività di un bambino che da grande realizza opere che racchiudono e comprendono  tutte e tre queste forme d'arte. Fin da bambino Pierre è affascinato dall'oceano,  ama giocare con tutti gli attrezzi che gli permettono di ascoltare il rumore del vento e delle onde, di ammirarle, di stupirsi davanti ad esse. Naturalmente da grande i suoi primi progetti fotografici furono scene d'azione per il surf o kitesurf riviste per produttori di attrezzature per sport acquatici. Nel 2004 si trasferisce con la moglie e i figli sull’ isola caraibica di St. Barth e nasce il suo interessantissimo progetto "AcquaViva" basato sulle onde. Studia a fondo le onde marine, gli piace l’idea che tutta l’energia che arriva sulla costa provenga da lontano,  come vetro e metallo, così potenti e così fragili allo stesso tempo. Tutte quelle tonnellate d’acqua in movimento, le onde, mai uguali, ognuna diversa. Mille riflessi e forme impossibili, come fossero sculture. Il controllo perfetto della luce naturale è molto importante per l’impatto visivo di questo progetto, e la tecnologia lo ha aiutato molto. Carreau utilizza, infatti, una serie di fotocamere ad alta velocità, lenti macro e grandangoli, così riesce a catturare le forme nel momento esatto in cui prendono vita diventando sculture della natura. 








giovedì 10 ottobre 2013

FR4M3 CONCORSI - FOTOGRAFI DI VERSI


Tema
Promofarm Italia S.r.l. ha indetto un concorso fotografico dal titolo "Fotografi di versi". Il concorso è rivolto a fotografi amatoriali e la particolarità è che ogni fotografo deve "abbinarsi" ad una scuola pubblica. In caso di vittoria saranno premiati sia il fotografo che la scuola.
Per partecipare è necessario scattare una foto ispirata ad un testo (poesia, frase celebre, pezzo di prosa, canzone, ...) ed inviare la foto accompagnata dal testo.

Scadenza: 1 dicembre 2013
Sezioni: Unica
Costo: Iscrizione gratuita
Premio:
1° premio al fotografo un notebook Acer Aspire V3 e alla scuola €2000,00
2° premio al fotografo un Apple Ipad Mini 16 Gb Wi-fi e alla scuola €1500,00
3° premio al fotografo un Apple Ipod Touch 16 Gb e alla scuola €1000,00
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lunedì 7 ottobre 2013

L'Occhio di - Michael Yamashita

Michael Yamashita è nato a San Francisco ed è cresciuto a Montclair, nel New Jersey, nell’area suburbana della metropoli newyorkese. Nel 1971 si è laureato in studi asiatici alla Wesleyan University, nel Connecticut, e subito dopo è partito per l’Asia, dove ha trascorso sette anni. Pur non avendo frequentato alcun corso di fotografia, è riuscito a trasformare l’hobby iniziale in una sfolgorante carriera che combina la passione per l’obiettivo e per i viaggi. Collaboratore fisso di National Geographic dal 1979, Yamashita ha dedicato un’attenzione particolare all’Asia; ma il lavoro lo ha portato in giro per il mondo, dalla Somalia al Sudan, dall’Inghilterra alla Nuova Guinea, dall’Irlanda al New Jersey. Yamashita, che parla perfettamente il giapponese, ha fotografato anche tutto il Giappone, paese d’origine dei suoi genitori. E I suoi reportage ci hanno raccontanto il Vietnam e il fiume Mekong, il viaggio di Marco Polo in Cina e la Grande Muraglia, la zona demilitarizzata tra la Corea del Nord e la Corea del Sud, come le più diverse sfaccettature della cultura giapponese: dai samurai ai mercati del pesce. Fra le altre figure che lo hanno ispirato cita Ernst Haas e Henri Cartier-Bresson. 









giovedì 26 settembre 2013

FR4M3 CONCORSI - CATTURA L'ENERGIA

Tema 
Keep Point indice il concorso fotografico "Cattura l'energia - L'efficienza energetica e le energie rinnovabili". Realizza la foto che meglio rappresenta il tema delle energie rinnovabili.

Scadenza: 17 novembre 2013
Sezioni: Unica
Costo: Iscrizione gratuita
Premio:
1° buono acquisto per materiale fotografico di €600,00
2° buono acquisto per materiale fotografico di €400,00
3° buono acquisto per materiale fotografico di €200,00
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lunedì 16 settembre 2013

L'Occhio di - Misha Gordin

Misha Gordin ha iniziato a fotografare all'età di diciannove anni, spinto dal desiderio di creare uno stile personale e una propria visione. Era coinvolto dalla ritrattistica e dalla documentazione, ma presto si rese conto che non gli bastavano. Gordin era costantemente alla ricerca del modo giusto di esprimere sentimenti personali e pensieri utilizzando la fotografia. Dopo anni di esperimenti e ricerca dà vita ad un’opera concettuale che non si avvale della tecnica digitale, ma di una tecnica tradizionale di fotomontaggio tramite ingrandimenti di immagini stampate da diversi negativi, alcuni dei quali assemblano più di 100 diversi negativi. La fotografia concettuale di Misha Gordin è pura poesia. Il fotografo si avvale dell’immagini per costruire mondi che vivono di sentimenti, alternativi e convincenti. Mediante allegorie misteriose  ritrae l'uomo e la sua dimensione di confine e di solitudine. Le sue opere in bianco e nero di stampo surrealista, ricreano la fragilità della natura umana di fronte ad un mondo dove la vita appare un mistero e la morte una certezza.  La immagini di Gordin sono immerse nei sogni e liberano il nostro inconscio. "In tutti i miei anni di creazione di immagini concettuali, ho cercato di renderle quanto più realistiche. La plausibilità delle mie scene non è la parte più importante, essi funzionano in modo tale che la questione " E' vero?"?non si pone. L'autenticità che vi presento è quella di un momento interiore, in modo che i miei spettatori possano fidarsi e reagire alle verità concettuali che essi sappiano essere finzioni esterne. Non interpreto le mie immagini. Le sento. Tuttavia ho sempre incoraggiato i miei spettatori a interpretare il mio lavoro come lo vedono o sentono. Il mio obiettivo è quello di creare un'immagine che parla."











lunedì 9 settembre 2013

L'Occhio di - Ruth Bernhard

Ruth Bernhard nasce a Berlino nel 1905. Il padre, Emil Kahn, noto con lo pseudonimo di Lucian Bernhard , fu uno dei più importanti graphic designer tedeschi della prima metà del Novecento.
Ruth, dunque, seguendo le orme del padre, studia presso l’ Accademia d’Arte di Berlino negli anni tra il 1925 e il 1927, poi si trasferisce a New York, città in cui vivrà e svolgerà la sua carriera artistica, iniziando dapprima a lavorare come assistente,  presso il “Delineator”, uno dei principali fashion-magazine, destinato ad un pubblico prevalentemente femminile. Con i primi guadagni acquista una macchina fotografica e decide di  tentare la strada delle libera professione, scelta piuttosto difficile per una donna dell’epoca. Difficile era anche la scelta, di carattere personale, di manifestare apertamente la propria omosessualità, tema che traspose anche nella famosa immagine intitolata “Two Forms”, che ha per soggetto due modelle, amanti anche nella vita. Tra i numerosi scatti di Ruth Bernhard considerati dei capolavori, oltre al già citato Two Forms, si ricordano in particolare Box, Horizontal, che nel 2008 è stato battuto all’asta a New York per ben 31.000 dollari, ed Embryo , uno dei primi nudi della fotografa originaria di Berlino, oggi conservato al MoMA di New York.  Box è considerato il suo capolavoro: è  l'immagine di una donna nuda dentro una scatola, premonitrice metafora del consumismo conformista che avrebbe negli anni successivi       commercializzato tutto, anche il corpo femminile. Ruth Bernhard è considerata, sul piano estetico, una maestra del nudo fotografico in bianco e nero, alla quale si sono rifatti, più o meno esplicitamente, tutti i grandi fotografi d'arte del Novecento. Ruth lavorò quasi esclusivamente in bianco e nero, che le permise di esaltare i giochi di ombra e luce sulla nudità dei corpi.Oggi, nel momento in cui la figura femminile nuda è stata volgarmente sfruttata, banalizzata e vilipesa dal consumismo pubblicitario, l’esempio dei ritratti della fotografa tedesca vale a ricordarci che il corpo femminile nudo, che rappresenta una delle manifestazioni più alte della bellezza esistenti in natura, va rappresentato accostandosi ad esso con rispetto, cercando di rappresentare anche l'alone di mistero che da sempre lo accompagna e che lo rende così suggestivo. 
Disse in un'intervista:

 “Ogni volta che realizzo una fotografia celebro la vita che amo e la bellezza
che conosco e la felicità che ho provato. Tutte le mie fotografie rispondono
alla mia intuizione…Dopo così tanti anni, sono ancora motivata dallo splendore
che la luce crea nel trasformare un oggetto in qualcosa di magico. Ciò che gli
occhi vedono è un’illusione del reale. L’immagine in bianco e nero è ancora
un’altra trasformazione. Ciò che davvero esiste, non potremo saperlo mai”.










giovedì 5 settembre 2013

FR4M3 CONCORSI - SPORT E MOVIMENTO

Tema:
L'assessorato allo Sport e Tempo libero propone la III Edizione del Concorso Fotografico "Sport e Movimento" per raffigurare lo sport o semplicemente il movimento. La domanda di ammissione dovrà contenere un plico di fotografie formato 20x30cm.
La giuria valuterà gli scatti assegnando dei premi ai vincitori delle varie sezioni.

Scadenza: 27 settembre 2013
Sezioni: Ragazzi (fino a 15 anni) e Adulti (dai 15 anni in su)
Costo: Iscrizione gratuita
Premio: Tre premi per i primi tre classificati
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lunedì 2 settembre 2013

L'Occhio di - Pedro Luis Raota

Pedro Luis Raota nacque in Argentina il 26 aprile 1934. Figlio di una famiglia di contadini, smise di lavorare la terra per intraprendere una nuova strada. Grande appassionato di fotografia, si trasferisce nella città di Santa Fe, dove acquisisce le prime nozioni. Allora vendette la sua bicicletta per comperare la sua prima macchina fotografica. Pedro Luis Raota è considerato uno dei grandi maestri della fotografia e le sue opere hanno fatto il giro del mondo stupendo, di volta in volta, gli spettatori per semplicità e bellezza. Raota ha sviluppato un particolare stile di influenza pittorica che ricorda i dipinti di Caravaggio, Il suo stile infatti si distingue per un uso della luce che risalta i particolari sopra uno sfondo scuro. Le immagini di Raota ci consegnano un mondo reale attraverso una magnifica teatralità artistica. Il naturalismo dei soggetti e delle atmosfere viene evidenziato da un gioco sapiente della luce, che sottolinea le parti della scena più interessanti. Secondo lui le immagini hanno un enorme potere espressivo/artistico e, con la giusta sensibilità,  attraverso il mezzo fotografico si possono trasmettere emozioni di indubbia forza rappresentativa senza ricorrere a spiegazioni verbali. L'arte e l'espressività delle sue foto continuano a sorprendere per l’amore, il realismo e la crudezza. Si tratta di Immagini piene di pathos o di tenerezza, di straripante allegria o di un impotenza distruttiva e agghiacciante, ma soprattutto sono immagini caratterizzate da uno stile unico, fatto di un linguaggio fotografico di estrema semplicità e infinita chiarezza concettuale.
"Un fotografo pensa un'immagine e se non esiste la crea". 











martedì 6 agosto 2013

L'Occhio di ...- Garry Winogrand

Garry Winogrand è stato un fotografo statunitense. Winogrand scattava con una Leica M4 35mm a telemetro, con lenti grandangolari e messa a fuoco manuale. Il soggetto principale delle fotografie di Winogrand fu la capacità dello stile di vita americano di esistere in situazioni insolite o talmente difficili da poterne sopravvivere soltanto ignorandole. La fotografia di Winogrand era una sofisticata osservazione casuale della vita quotidiana fatta di esposizioni inclinate e giochi di parole visivi. Lui stesso diceva: "Io fotografo per vedere come sono le cose dopo che sono state fotografate."Il suo approccio originale è frutto di un'acuta capacità di osservazione del comportamento umano unita a rapidità istintiva e a uno sguardo ironico e libero. Riconosciuto quale indiscusso protagonista della street photography, Winogrand ha sempre rifiutato qualsiasi tipo di categorizzazione sostenendo di essere semplicemente un fotografo e di essere spinto dalla curiosità di scoprire come, ad ogni scatto, la fotografia sottoponga la realtà ad un inevitabile processo di trasformazione. Winogrand si affida al proprio istinto e al potere della fotografia di vedere  più di quanto possa fare l'occhio umano. Winogrand credeva che per descrivere uno stato d'animo, in fotografia, bisognasse cogliere l'attimo,  amò di conseguenza anche lo stile di Henri Cartier-Bresson per la mancanza di progettazione del soggetto. Dal 1960 in poi, Winogrand portò avanti un meraviglioso lavoro di reportage sulla società americana, scattando un numero incredibilmente alto di fotografie nei luoghi di quotidiana frequentazione cittadina. Si recò spesso in giro per New York, con l'amico Lee Friedlander, per immortalare scene di vita vissuta. Accompagnò questa fervente passione al costante lavoro di giornalista freelance. Alla sua morte, avvenuta nel 1984 all'età di 56 anni a causa di un tumore alla colecisti, lasciò inedito un enorme archivio di 300.000 immagini, molte delle quali mai sviluppate. Alcune di queste vennero raccolte, esposte e pubblicate dal MOMA in un volume dal titolo Winogrand, Figments from the Real World. 










lunedì 29 luglio 2013

L'Occhio di ...- Annie Griffiths

Tra le prime fotoreporter donne di National Geographic, Annie Griffiths ha fotografato in quasi 150 paesi nel corso della sua illustre carriera. In aggiunta al suo lavoro  per la rivista, Annie è profondamente impegnata a fotografare per le organizzazioni umanitarie di tutto il mondo. Lei è il direttore esecutivo di Ripple Effect immagini, un collettivo di fotografi che documentano i programmi che sono l'empowerment delle donne e delle ragazze in tutto il mondo in via di sviluppo, soprattutto perché hanno a che fare con gli effetti devastanti del cambiamento climatico. La Griffiths è  particolarmente famosa per i  ritratti che sanno cogliere gli aspetti più intimi delle persone.  Annie è conosciuta anche per il suo calore, e per la sua capacità di creare velocemente fotografie che umanizzano diverse situazioni e culture. Racconta spesso delle lunghe ore trascorse a cercar di fare uscire dal guscio le persone più timide. Questo tirocinio le ha fatto acquistare l'esperienza e l'abilità necessaria che qualsiasi fotoreporter dovrebbe acquisire nell'approccio giusto con la gente, con le realtà che si vogliono raccontare attraverso le immagini. La fotografia è l'ultimo tassello di un puzzle fatto di intensità emotiva, saldamente intrecciato alla fiducia e ai rapporti umani. Un buon reportage non può prescindere da questo. Annie Griffits ha pubblicato numerosi libri fotogiornalistici e le sue fotografie sono state esposte nelle principali città del mondo. Essa è fondatrice di HotPink, un'associazione di fotogiornaliste che documenta l'andamento dei programmi di sostegno alle donne dei paesi in via di sviluppo.










lunedì 22 luglio 2013

L'Occhio di ...- Berenice Abbott

Berenice Abbott è stata una fotografa statunitense.
L'interesse della Abbott per la fotografia nacque nel 1923, quando Man Ray, che era alla ricerca di qualcuno che non sapesse assolutamente niente di fotografia e facesse quindi solo quello che gli veniva detto, la assunse come assistente alla camera oscura nel suo studio di Montparnasse. In seguito la Abbott scrisse: "Mi avvicinai alla fotografia come un'anatra si avvicina all'acqua. Non ho mai voluto fare niente altro." Ray rimase impressionato dai suoi lavori e le permise di usare il suo studio. Nel 1926 la Abbott tenne la sua prima mostra personale e avviò un suo studio, in Rue du Bac. Dopo un breve periodo passato a studiare fotografia a Berlino, fece ritorno a Parigi nel 1927 e avviò un secondo studio, in Rue Servandoni. Le sue realizzazioni nel mondo della fotografia sono uniche e di ampio respiro. Come fotografa, la Abbott ha dato importanti contributi all'arte del ritratto, alla fotografia documentaria e alla fotografia scientifica. Nel 1925 venne introdotta da Man Ray alla fotografia del fotografo francese Eugène Atget. Divenne così una grande ammiratrice delle opere di Atget, più di quanto lo fossero Ray e la sua cerchia, e nel 1927 riuscì a convincerlo a posare per un ritratto. Atget morì poco tempo dopo. Come archivista, la Abbot mantenne e promosse il lavoro di Eugène Atget per quasi 40 anni.  Fu una donna incredibile, era una fotografa ma allo stesso tempo era anche un insegnante, un inventrice e un importante teorica della fotografia.  La fotografia scientifica la portò a sviluppare nuove apparecchiature fotografiche, metodi di illuminazione e tecniche. Le sue fotografie scientifiche furono utilizzate per le illustrazioni dei libri di testo scolastici. La fotografia della Abbott si può dividere in tre distinti periodi: autoritratti, New York e la fotografia scientifica.








lunedì 15 luglio 2013

L'Occhio di... - Mario Giacomelli

 “Per me che uso la macchina fotografica è interessante uscire dal piano orizzontale della realtà, avere la possibilità di un dialogo stimolante perché le immagini abbiano un respiro irripetibile.
Riscrivere le cose cambiando il segno, la conoscenza abituale dell’oggetto, dare alla fotografia una pulsazione emozionale tutta nuova.
Il linguaggio diventa traccia, necessità, spirito dove la forma si sprigiona non dall’esterno, ma dall’interno in un processo creativo.
Lo sfocato, il mosso, la grana, il bianco mangiato, il nero chiuso sono come esplosione del pensiero che dà durata all'immagine perché si spiritualizzi in armonia con la materia, con la realtà, per documentare  l’interiorità, il dramma della vita.
Nelle mie foto vorrei che ci fosse una tensione tra luce e neri ripetuta fino a significare.
Prima di ogni scatto c’è uno scambio silenzioso tra oggetto e anima, c’è un accordo perché la realtà non esca come da una fotocopiatrice, ma venga bloccata in un tempo senza tempo per sviluppare all’infinito la poesia dello sguardo che è per me forma e segno dell’inconscio.
Il linguaggio è così la coscienza espressiva interna che ha accarezzato la realtà pur rimanendo fuori, è l’attimo originale, testimone di una realtà tutta mia, un prelievo fatto sotto la pelle dell’oggetto, guidato fuori dalle regole per una libertà che è anche allargamento alle possibilità del reale. ” 
Mario Giacomelli

 Mario Giacomelli ed è stato un tipografo, poeta, pittore e soprattutto fotografo italiano.
Giacomelli lavorò per tutta la vita nella "Tipografia Marchigiana" e si dedicò alla fotografia soltanto nel tempo libero e tutti i giorni dopo cena, fotografando inizialmente i dintorni di Senigallia. Dal provino, con una lente, individuava il punto interessante e lo andava ad ingrandire stampando poi un 30x40 cm. Le sue immagini sono molto importanti per tutta la storia della fotografia. Dopo il 1955, ma soprattutto dopo che il MOMA di New York acquistò la serie Scanno, nel 1963, acquisì grande fama in Italia e all'estero.
Nelle sue foto, sempre in bianco e nero, di cui curò personalmente la stampa fino a portare a galla i segni che lo interessano, la realtà viene trasfigurata in idee e sensazioni.
Il segno che ottenne nelle sue stampe è molto forte, i neri sono molto carichi, il forte contrasto porta a galla i grafismi, la grana è evidente. Le sue foto rappresentano un mondo ugualmente diviso tra amore e sofferenza sia che si tratti di paesaggi che di lavori a sfondo sociale. Il fotografo marchigiano ha fatto qualcosa di speciale, ha messo in scena i sogni, lo ha fatto con la sua vecchia macchina fotografica, sempre la stessa nel corso degli anni, tenuta assieme da pezzi di nastro adesivo.






giovedì 4 luglio 2013

FRAME CONCORSI - ESPRESSIONI DI DONNA

Tema: 
L'Associazione culturale "Orizzonti 2001", in collaborazione con il Comune di Ginosa, nel progetto "Contro la violenza sulle donne", indice un concorso fotografico ispirato al tema "Espressioni di donna". L'obiettivo è sensibilizzare sulla crescente violenza sulle donne e raccontare il sentimento degli artisti nei confronti di questa problematica. Possono partecipare tutti gli artisti italiani e stranieri che desiderosi di affrontare questo tema.

Scadenza: 10 settembre 2013
Sezioni: Unica
Costo: Iscrizione gratuita
Premio: €100,00 per ogni opera
Link: PER MAGGIORI INFO CLICCA QUI

venerdì 28 giugno 2013

Fr4me Culture - Omaggio a Gabriele Basilico



Fr4me Culture - Omaggio a Gabriele Basilico


Tipologia: Fotografia
Luogo: Museo di Fotografia Contemporanea, Villa Ghirlanda 
Date: fino al 06/10/2013
Indirizzo: Via Giuseppe Frova 10, Cinisello Balsamo (MI)
Orari: mercoledì, giovedì, venerdì 15.00 - 19.00, sabato e domenica 11.00 - 19.00





















LA MOSTRA

A pochi mesi dalla sua scomparsa, il Museo di Fotografia Contemporanea dedica una mostra a Gabriele Basilico, un omaggio sincero e affettuoso a uno dei riconosciuti maestri della fotografia contemporanea europea, e a un grande amico del Museo.                                    Come artista, si colloca in posizione centrale nel contesto della grande fotografia documentaria internazionale. Grazie al rigore, alla vastità e alla saldezza della sua ricerca totalmente dedicata, negli anni, al difficile tema del paesaggio urbanizzato in continua trasformazione, egli è uno dei maestri che hanno costruito la fotografia contemporanea e ne hanno consentito l’ingresso nel mondo dell’arte. In mostra una selezione di 110 opere, che datano dal 1969 al 1998, divise per ricerche e nuclei tematici.  Molto rilevante e utile per capire le origini del suo linguaggio, è la presenza di fotografie del primo periodo, tra fotografia sociale, ritratto, prime indagini urbane, presentate nella sala al primo piano del Museo: Glasgow, 1969, Milano. Quartieri popolari, 1970-73, Terni, 1976, Dancing in Emilia, 1978, Contact, 1978, In pieno sole, 1978, Milano. Ambiente urbano, 1978-81.
COSTI & INFO

lunedì 24 giugno 2013

L'Occhio di ...- Erwin Blumenfeld

Erwin Blumenfeld è considerato uno dei fotografi più influenti del ventesimo secolo. Nato a Berlino nel 1897, dopo la prima guerra mondiale è costretto a trasferirsi ad Amsterdam nel 1918 per problemi economici, dove entra a far parte nel 1920 del gruppo Dadaista (di cui Man Ray era un'esponente) olandese. Qui apre un'attività commerciale: un negozio di borsette per signora. E proprio nel retrobottega del negozio, di notte,  nasce e cresce la sua produzione artistica, fotografa manichini, sperimenta tecniche di camera oscura e propone alle clienti l'opportunità di un ritratto fotografico. Blumenfeld fu dunque sperimentatore e grande innovatore, ha prodotto tantissimo lavoro durante la sua carriera  di ben 35 anni, dai nudi in bianco e nero ai ritratti di celebrità, dalle campagne pubblicitarie  alla sua celebre fotografia di moda. Ha preso più copertine per Vogue di ogni fotografo prima o dopo ma la sua fotografia d'arte è stato per lungo tempo messo in ombra dal suo lavoro commerciale. Fotografò  in bianco e nero quando si trattata di lavori personali e a colori quando invece si trattava di moda. Quello di Blumenfeld fu lo stile di un uomo che volle sempre sperimentare, giocare con l'immagine, ricercare nuovi effetti, e quindi, osserviamo: esposizioni multiple, combinazioni di negativi e positivi in camera oscura, accostamenti di luci artificiali e naturali,  solarizzazioni e prospettive d' inquadratura abbastanza originali.






 




venerdì 21 giugno 2013

Fr4me Culture - Elliott Erwitt, Retrospettiva


Fr4me Culture - Elliott Erwitt, Retrospettiva


Tipologia: Fotografia
Luogo: Palazzo Madama, Corte Medievale, Torino
Date: fino al 01/09/2013
Indirizzo: Piazza Castello, Torino
Orari: da martedì a sabato 10.00 - 18.00, domenica 10.00 - 19.00






















LA MOSTRA

La casa editrice d’arte Silvana Editoriale organizza, insieme alla celebre agenzia fotografica Magnum Photos, una ricca retrospettiva dedicata al fotografo della commedia umana Elliott Erwitt, ospitata nella Corte Medievale di Palazzo Madama a Torino. La mostra nasce in collaborazione con il Comune di Torino e la Fondazione Torino Musei. L’esposizione è l’occasione per far conoscere al pubblico una selezione di 136 fotografie in bianco e nero, scelte fra quelle che hanno consacrato Elliott Erwitt come uno dei più grandi fotografi di fama mondiale. Il percorso è composto da tre sezioni, ciascuna delle quali è incentrata su un tema significativo all’interno del vasto repertorio iconografico del fotografo, nel quale ricorrono frequentemente immagini di bambini, animali domestici, personaggi famosi, scatti pubblicitari, scorci di città, visitatori di musei, ecc,


COSTI & INFO

www.palazzomadamatorino.it