venerdì 26 ottobre 2012

FR4M3 Culture - The Arab Revolt

 

     FR4M3 Culture - The Arab Revolt




Nome Mostra: The Arab Revolt
Tipologia: Fotografia
Luogo: s.t. foto libreria galleria 
Date: 15 Ottobre - 15 Novembre 2012
Indirizzo:  via degli ombrellari, 25
(Borgo Pio) - Roma (RM)
Orari: dal lunedì al sabato, 10:30-19:30





LA MOSTRA

Nell’ambito di Fotoleggendo 2012, prima personale di Giorgio Di Noto, giovanissimo fotografo romano che ha utilizzato un vecchio apparecchio Polaroid per raccontare gli eventi della cosiddetta “primavera araba”.
La mostra The Arab Revolt, a cura di Fabio Severo, si presenta come un reportage sui generis, realizzato fotografando non direttamente la realtà, ma la sua rappresentazione.
Per la prima volta nella storia, probabilmente, non solo la documentazione degli avvenimenti pubblici è stata in gran parte realizzata dai cittadini stessi, attraverso dispositivi personali come smartphone e videocamere amatoriali, ma la loro diffusione tramite circuiti altrettanto innovativi --web tv e social network, si è rilevata una causa determinante nello sviluppo degli eventi stessi, prodottisi spesso in risposta a quanto quei canali mediatici andavano mostrando.
Giorgio Di Noto ha recuperato su internet questi materiali, dai quali ha tratto una trentina di frame ritenuti particolarmente significativi, che ha scelto di fotografare in bianco e nero con un apparecchio Polaroid e pellicola Impossible Project. Da tale percorso di rilettura delle immagini altrui e di ri-quadratura della scena del reale sono dunque scaturite nuove immagini-oggetto, con una consistenza e una vita materica proprie. Ed è appunto il vissuto chimicamente imprevedibile, precario, della fotografia istantanea, ad amplificare il carattere fantasmatico e surreale delle scene “composte” da Di Noto. Con The Arab Revolt Giorgio Di Noto ha recentemente conquistato il Premio Pesaresi 2012, nell’ambito del Si Fest. La giuria, presieduta da Denis Curti, direttore di Contrasto Italia e per sei anni direttore artistico del Si Fest, ha premiato il lavoro del giovane autore per “la sua intrinseca capacità di restituire il senso di contemporaneità della fotografia. Per l’ottima capacità di edizione e selezione, per l’omogeneità e la coerenza del progetto. Per aver utilizzato il linguaggio fotografico al meglio delle potenzialità tecnologiche odierne”.


Costi e Prenotazioni: Ingresso libero

Info: +39 06 64760105

 

martedì 23 ottobre 2012

Fotografo del mese - Maria Sole Fabri



La mia passione nasce grazie a mio padre: ho iniziato a fotografare con una sua vecchia Canon FTb e sempre grazie a lui ho avuto la possibilità di viaggiare e conoscere nuove realtà. 
Ho sentito l’esigenza di fermare quegli attimi e il mio sguardo si è focalizzato su volti e particolari diversi dai nostri. Nella fotografia sono riuscita a trovare il modo di comunicare ed esprimere le mie emozioni, cercando sempre di cogliere l’istante per me più significativo. 
Da passione, la fotografia è diventata anche argomento di studio: oltre a diversi corsi ho potuto approfondire l’argomento nei miei studi universitari che si sono conclusi con una tesi in Storia della Fotografia. 
Ho inoltre avuto la possibilità di entrare in contatto con la fotografia storica lavorando all’Archivio Fotografico dell’American Academy in Rome.






lunedì 22 ottobre 2012

3 Foto per 30 Fotografi - Steve McCurry


"La maggior parte delle mie immagini sono di persone. Cerco il momento indifeso, l’anima più genuina che si affaccia, esperienza impressa sul volto di una persona. Cerco di trasmettere ciò che quella persona può essere, una persona colta sopra un paesaggio più ampio, che potremmo chiamare la condizione umana".

Steve McCurry



Steve McCurry  è un fotoreporter statunitense nato il 23 aprile 1950 nella piccola città di Newtown Township, in Pennsylvania. Ha frequentato la High School Marple Newtown nella Contea di Delaware e si è poi iscritto presso la Penn State University per studiare fotografia e cinema, per ottenere poi una laurea in teatro nel 1974. Si interessò molto alla fotografia quando iniziò a fotografare per il quotidiano della Penn State: The Daily Collegian.
Dopo aver lavorato al Today's Post presso il King of Prussia per due anni, partì per l'India come fotografo freelance. È stato proprio in India che McCurry ha imparato a guardare ed aspettare la vita. "Se sai aspettare", disse, "le persone si dimenticano della tua macchina fotografica e la loro anima esce allo scoperto".
La sua carriera è stata lanciata quando, travestito con abiti tradizionali, ha attraversato il confine tra il Pakistan e l'Afghanistan, controllato dai ribelli poco prima dell'invasione russa. Quando tornò indietro, portò con sé rotoli di pellicola cuciti tra i vestiti. Quelle immagini, che sono state pubblicate in tutto il mondo, sono state tra le prime a mostrare il conflitto al mondo intero. 
McCurry ha poi continuato a fotografare i conflitti internazionali, tra cui le guerre in Iran-Iraq, a Beirut, in Cambogia, nelle Filippine, in Afghanistan e la Guerra del Golfo. La sua fotografia più celebre è senza dubbio "ragazza afgana", scattata in un campo profughi di Peshawar nel 1984 e divenuta poi il simbolo dei conflitti afgani degli anni 80.
La foto ritrae l'orfana dodicenne Sharbat Gula. L'espressione del suo viso, con i suoi occhi di ghiaccio, resero ben presto l'immagine celebre in tutto il mondo.
Nel gennaio 2002 McCurry e il National Geographic hanno organizzato una spedizione per scoprire se la ragazza fosse ancora viva; Sharbat Gula è stata ritrovata dopo alcuni mesi di ricerche, e McCurry ha potuto così fotografarla nuovamente, a distanza di 17 anni.
Il lavoro di McCurry è stato descritto nelle riviste di tutto il mondo e contribuisce sovente al National Geographic Magazine. McCurry è membro della Magnum Photos dal 1986.









giovedì 18 ottobre 2012

FR4M3 School - Lession N°19


Composizione



In studio, il fotografo distribuisce gli oggetti che ha intenzione di fotografare su un tavolo o qualsiasi altra superficie, ottenendo così un controllo totale dei risultati.

In generale non succede la stessa cosa quando si eseguono riprese all'esterno, poiché, non potendo modificare la situazione e i suoi elementi, si deve realizzare la composizione con l'aiuto della macchina fotografica,

di conseguenza, il fotografo può comporre essenzialmente nei due modi seguenti:

- disporre gli elementi che sono oggetto della fotografia in modo predeterminato. questo tipo di disposizione di elementi su una superficie si chiama " natura morta "  ( in gergo "Still Life")

- scegliere la posizione della macchina fotografica controllando nel mirino la disposizione dei vari elementi, è ovvio che, cambiando la posizione della macchina, cambia anche l'intera composizione.

lunedì 15 ottobre 2012

3 Foto per 30 Fotografi - Richard Avedon


Richard Avedon (New York, 15 maggio 1923 – San Antonio, 1º ottobre 2004) è stato un fotografo ritrattista statunitense.
Lavorò in vari campi, dal reportage alla moda, dagli orfani di Danang durante la guerra del Vietnam ai ritratti di Marilyn Monroe, Brigitte Bardot o Sophia Loren; rimarrà celebre per i suoi innumerevoli ritratti in bianco e nero. La sua carriera di fotografo comincia nella Marina mercantile: assegnato alle autopsie e alle foto d'identità, scatta dei ritratti dei suoi compagni di camerata. Nel 1944 si unisce al gruppo della rivista di moda Harper's Bazaar, nel quale resterà dodici anni.
In seguito lavora per VogueLife, Versace, Calvin Klein e Clairol e si specializza nel realizzare ritratti. Nel 1974 espone al museo d'arte moderna di New York (MOMA) alcuni ritratti di suo padre divorato dal cancro. L'artista collabora alle riviste più prestigiose come The New Yorker e Rolling Stone. Realizza le edizioni 1995 e 1997 del prestigioso calendario Pirelli. Nel 2004 muore in seguito alle complicazioni dovute ad un'emorragia cerebrale. Le opere di Avedon arricchiscono le collezioni del Museum of Modern Art e Metropolitan Museum of Art di New York, del Centre Georges Pompidou di Parigi e di molti altri musei e esposizioni in tutto il mondo.
Richard Avedon è considerato uno dei più grandi fotografi americani, senza il suo lavoro sarebbe impossibile scrivere la storia della fotografia. E' stato il primo a infrangere la barriera tra la cosiddetta fotografia impegnata e quella disimpegnata. Per oltre cinquant'anni è stato uno dei nomi più importanti del mondo della moda poichè scoprì un nuovo modo per dare espressività alle modelle che, nelle sue foto non apparivano più tristi e finte ma personaggi reali e vivi. Lo stile di Avedon si è imposto per la sua intensità emotiva e per le atmosfere tendenzialmente cupe.






venerdì 12 ottobre 2012

FR4M3 Culture - Enrico Lucheri in Purchè se ne parli


Nome Mostra: Enrico Lucheri in Purchè se ne parli
Tipologia: Fotografia
Luogo:
Museo Dell’Ara Pacis
Date: 13/10/2012 18/11/2012
Indirizzo: Lungotevere in Augusta (angolo via Tomacelli)
Orari: Martedì-domenica 9.00-19.00

LA MOSTRA

Il Dietro le quinte di 50 anni di cinema italiano!

Una mostra per celebrare la carriera di Enrico Lucherini, lo straordinario press agent romano che attraverso le sue invenzioni ha contribuito all’ immagine del cinema italiano nel mondo e alla carriera di alcuni tra i suoi più grandi interpreti.


Costi e Prenotazioni: Ingresso ordinario - Intero € 7,50 - Ridotto € 5,50
per i cittadini residenti nel territorio di Roma Capitale (mediante esibizione di valido documento che attesti la residenza) Intero € 6,50; Ridotto € 4,50


Prenotazioni:
Gruppi (max 30 partecipanti): è disponibile un servizio di visite guidate, a scelta tra percorso museo e/o percorso mostra
È disponibile un servizio di prenotazione per gruppi, (max 30 partecipanti): costo addizionale per la prenotazione € 25,00
Scuole (max 30 partecipanti): è disponibile un servizio di visite guidate; è richiesta la prenotazione del turno di ingresso


Info: 060608 tutti i giorni 9.00-21.00


giovedì 11 ottobre 2012

FR4M3 School - Lession N°18


Composizione



La composizione in esterni viene realizzata, fondamentalmente, mediante la posizione della macchina fotografica.


In questa foto di Ernest Haas il punto di vista centrale plasma perfettamente una composizione basata sulla prospettiva e trasmette la notizia di una profondità grazie alla fuga delle linee verso il centro dell'immagine.




Il contrasto di colore contribuisce a completare l'effetto della composizione.


Foto di Ernst Haas

domenica 7 ottobre 2012

3 Foto per 30 Fotografi - Stieglitz

Alfred Stieglitz è stato un fotografo statunitense vissuto tra il 1864 ed il 1946. Fu uno dei principali fautori della separazione della fotografia dal semplice ambito del reportage, a vera e propria arte. Nato a Hoboken vicino a New York, durante la guerra civile americana, Alfred crebbe in una famiglia ebrea di origine tedesca molto ben inserita nella società americana. Trasferitosi con la famiglia in Germania, Alfred studiò ingegneria meccanica all'Università di Berlino ed iniziò a scattare le sue prime fotografie in giro per l'Europa. Nel 1890 rientrato a New York creò con altri soci la Photochrome Engraving Company (una stamperia di fotoincisione) e stampò il giornale American Amateur Photographer(1893-1896). Nel 1897 fondò un altro giornale: Camera Notes organo del Camera club di New York, dove espose per la prima volta nel 1899. Nel 1902 formò il gruppo dei Foto Secessionisti e aprì le prime sue gallerie, dove esposero fotografi fortemente influenzati dai pittorialisti europei. Tre erano gli obiettivi che Photo-Secession si proponeva : far progredire la fotografia come espressione pittorica; promuovere incontri e associazioni fra gli americani che praticassero l’arte o vi fossero comunque interessati; organizzare esposizioni non necessariamente limitate alle produzioni della Photo-Secession o alle opere americane. Col tempo la fotografia si affranca dai modelli pittorici: mentre la pittura tendeva a ritrarre un soggetto ritenuto già "bello", la fotografia di Stieglitz tende verso un concetto di bellezza non già immanente nelle cose, ma che al contrario si crea nel momento dell'incontro tra il mondo (soggetto fotografato) e la macchina fotografica. Questa concezione rivoluzionava completamente i canoni estetici stabiliti fino a quel momento e permette di nobilitare anche i soggetti più banali ed ordinari.







venerdì 5 ottobre 2012

FR4M3 Culture - NEON. La materia Luminosa dell’Arte


Nome Mostra:
NEON. La materia Luminosa dell’Arte
Tipologia: Istallazioni Luminose
Luogo: MACRO
Date:
19/06/2012
04/11/2012
Indirizzo:
Via Nizza 138
Orari: Da martedì a domenica ore 11.00-19.00;
sabato ore 11.00-22.00 (la biglietteria chiude un'ora prima)
Costi e Prenotazioni:

 Info:
060608 tutti i giorni 9.00-21.00
06 671070400
macro@comune.roma.it
Sito: www.museomacro.org

 NEON porta al MACRO le opere di più di cinquanta artisti internazionali che hanno fatto di questa semplice fonte di luce artificiale "la materia luminosa dell'arte" contemporanea. Le circa settanta opere in mostra sono presentate attraverso un percorso che si svolge prevalentemente nella grande Sala Enel ma che si snoda fino a coinvolgere, in modo suggestivo, altri spazi dell'articolato intervento architettonico di Odile Decq.

"Insegne" e le interpretazioni artistiche sull'origine del medium, "Babele", con le opere più complesse, articolate e sorprendenti; "Io/Noi" dove la sfera intima e privata e quella collettiva si confrontano; "Spazio" nella quale ad essere esaltato è il rapporto con il contesto ambientale e architettonico; le espressione poetiche di "Missing Poem"; le composizioni astratte di "Geometria"; "Starting Point" e l'uso del neon da parte di artisti le cui opere sono divenute seminali. Queste le sezioni che guidano il visitatore attraverso la mostra.


Ideata da David Rosenberg e co-organizzata con la Maison Rouge di Parigi, dove si è chiusa il 20 maggio 2012, l'edizione per il MACRO è a cura di David Rosenberg e Bartolomeo Pietromarchi, ed è realizzata nell’ambito della partnership tra MACRO ed Enel in occasione del cinquantesimo anniversario di fondazione dell’azienda.


giovedì 4 ottobre 2012

FR4M3 School - Lession N°17


Composizione



Comporre, in fotografia, significa disporre gli elementi in un determinato spazio.

La composizione è uno dei mezzi più importanti su cui fa affidamento il fotografo per dare forza espressiva alle sue fonografie.

Per mezzo della composizione si possono provocare sensazioni e sentimenti,


ciò significa che per realizzare delle buone foto occorre avere oltre alle conoscenze tecniche, la giusta sensibilità.
Ad entrambe si giunge grazie allo studio, al lavoro e alla disciplina, che a loro volta si ottengono con un notevole allenamento.



Nessun atleta, musicista, pittore o professionista si qualunque genere può pretendere di raggiungere una meta senza un adeguato allenamento.